Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
Se il fine della poesia è renderci sovrani spersonalizzandoci, solo così possiamo attingere, grazie al poema, la pienezza di quanto era appena abbozzato o deformato dalle nostre millanterie di individui. Nella taduzione di Giorgio Caproni i versi di uno dei poème di René Char, pubblicato nel 1953, in una preziosa edizione illustrata dall’artista cileno Wifredo Lam*
Da Le rempart de brindilles (Il bastione di fuscelli)
Le dessein de la poésie étant de nous rendre souverain
en nous impersonnalisant, nous touchons, grace au
poème, à la plénitude de ce qui n’était qu’esquissé ou
déformé par les vantardises de l’individu.
Les poèmes sont des bouts d’existence incorruptibles
que nous lançons à la gueule répugnante de la mort,
mais assez haut pou que, ricochant sur elle, ils tombent
dans le monde nominateur de l’unité.
Se il fine della poesia è renderci sovrani
spersonalizzandoci, solo così possiamo attingere,
grazie al poema, la pienezza di quanto
era appena abbozzato o deformato
dalle nostre millanterie di individui.
I poemi sono frammenti d’esistenza incorruttibili
che noi gettiamo nella gola ripugnante della morte:
ma dall’alto, affinché, rimbalzandovi,
possano cadere
nel mondo che dà nome all’unità.
**
Ne cerche pas les limites de la mer. Tu les détiens.
Elles te sont offertes au même instant que ta vie évaporée.
Le sentiment, comme tu sais, est enfant de la matière; il
est son regard admirablement nuancé.
Non cercare i confini del mare.
Sono già in te.
Ti sono stati dati
in uno con la tua vita che svapora.
Il sentimento, lo sai, è figlio della materia:
ne è lo sguardo mirabilmente
vanescente.
**
Hors la poésie et ses phrases passionnées, il te faut quel-
quefois prendre garde aux mots que tu écris, aux pana-
cées que tu prononces, auxquels ton esprit confère une
infaillibilité de longue haleine et la faculté de fine ma-
nœuvre. Qui sera ton lecteur? Quelqu’un pratiquement
que ta spéculation arme mais que ta plume innocente.
Cet oisif, sur ses coudes, à sa fenêtre? Ce camper im-
prudent? Ce criminel ancore sans objet? Tu ne sais pas.
Prends garde, quand tu peux, aux mots que tu écris.
Fuori dalla poesia e dai suoi versi appassionati,
stai attento qualche volta alle parole che scrivi,
ai rimedi che consigli e ai quali il tuo spirito
attribuisce un’infallibilità di lungo respiro
e la facoltà di abili manovre. Chi sarà il tuo lettore?
Praticamente uno che la tua mente arma
ma che la tua penna rende innocente.
Un ozioso appoggiato sui gomiti alla finestra?
Un campeggiatore imprudente?
Un criminale ancora senza oggetto?
Non puoi saperlo.
Stai attento, quando ti è possibile, alle parole che scrivi.
**
Vers l’arbre-frère aux jours comptés
Harpe brève des mélèzes,
Sur l’éperon de mousse et de dalles en germe
– Façade des forêts où casse le nuage –,
Contrepoint du vide auquel je crois.
Verso l’albero fratello dai giorni contati
L’arpa breve dei larici
sullo sperone muschioso di lastre in germe
– fronte delle foreste dove frange la nuvola –,
contrappunto del vuoto nel quale credo.
**