Capsule Digitale

Giorgio Caproni*

Nel 1978 Giorgio Caproni fu invitato a leggere i suoi versi al Centre national d’art e de culture “Pompidou” di Parigi, insieme a Mario Luzi e a Vittorio Sereni. La lettura fu tenuta il 5 di giugno. Durante quel soggiorno parigino Caproni scrisse ventiquattro brevi poesie, che poi definì “appunti”, o “piccole sottopoesie”, con le quali compose la raccolta intitolata Erba francese, che pubblicò, da quanto ebbe a scrivere, “per semplice necessità sentimentale e mnemonica”.

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Erba Francese

In corsa

 

Quant’erba francese.

Il «Palatino» fila

verso Parigi.

È giorno.

Passano villaggi gotici.

Boschi di profondo verde.

Il presente si perde

già nel futuro.

Il futuro

è già tempo passato.

Sono ancora in treno.

Sono

(da un secolo) già ritornato.

 

*

 

Di domenica Sera

 

La prima impressione.

Pont du Carrousel. Lo spazio

color piombopiccione.

Nel vuoto domenicale,

il deserto rumore

d’un passo. La péniche

che silenziosa risale

la Senna, a lento motore.

 

*

 

Il cuore  

 

Il cuore batte al centro

di Parigi. Batte

alla Concordia. Batte

fra gli alberi dei Campi Elisi.

Il cuore batte nel cuore

del cuore di Parigi.

 

*

 

Ubicazione   

 

Rue de l’Odéon.

Odéon Hôtel. «OH.OH.»

Davanti, la Librairie Rossignol.

 

*

 

Itinerario    

 

Sacré-Coeur Blanche, a piedi.

I passeri che si spollinano

— frenetici — sui marciapiedi.

 

*

 

Promemoria   

 

Brasserie du Morvan.

L’indomani, Beaubourg.

Luzi, Sereni, Frénaud.

La Provenzali. Esteban.

 

*

 

Kodak 

 

Mia figlia come una fidanzata.

Ah vacanza, seduti

all’ombra d’una verde arcata

della Tour Eiffel.

Parliamo

di nulla.

O ce ne stiamo muti.

Roma è lontana.

Un passero.

Una coppia eccitata

che scrive una cartolina.

Tutto uno squillante stormo

(ci uniamo) di saluti.

 

*

 

Assioma      

 

Chi va a Parigi, va a casa.

 

*

 

Qua        

 

La rampa a scalinata

che porta al Sacré-Coeur.

Giardini

da un lato — dall’altro

bianchi appartamentini.

L’aria pulita e alberata.

La cincia (o che altro uccello?) esaltata

dietro una buccia.

Il biondo

— il blu — di due bambini.

Essere qua di casa.

Avere — qua — i vicini.

 

*

 

Battesimo

 

Café des moucherons.

Lo abbiamo battezzato così,

sotto l’ippocastano,

fra il Luxembourg e il Panthéon.

 

*

 

Totor     

 

Place des Vosges.

Un piccione.

Tre o quattro ragazzini

che giocano a pallone.

I giovani sulla panchina.

Studiano medicina.

Richelieu consenziente.

Victor Hugo indifferente.

 

*

 

Vecchiaia o mortificazione

 

Al Luxembourg. Di mattina.

La giovane che en camicetta

mi chiede dov’è la latrina.

 

*

 

Civiltà 

 

Saint-Germain-des-Prés.

Il testone di bronzo

— fra i lauri — d’Apollinaire.

Un negro con due americani.

Il divieto d’accesso

— anche al guinzaglio — ai cani.

 

*

 

Flash 

 

Parigi impressionista.

Già persa di vista.

 

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