Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
S’intitola I giorni con mio padre, ed è uscito nel 2010, ma dovreste guardarlo, leggerlo, farne esperienza – specie se, lui vivo e vitale
Lo pensate spesso, quasi ogni mattino e ogni sera, negli angoli più insensati delle cose quotidiane, proiettando nel futuro la solitudine e il terrore di perderlo; oppure, lui ormai scomparso, se ricordate attoniti i lampi del prima che se ne andasse e lo strano buio del dopo.
Days with my Father, di Phillip Toledano (Chronicle Books) non è niente di diverso da un diario fotografico e narrativo, essenziale e piovoso come Nebraska di Bruce Springsteen – chitarra per immagini, e voce che narra il rapporto che un uomo di mezza età intrattiene con il papà quasi centenario: malfermo, la pelle di carta velina e la memoria che cancella tutti gli eventi appena accaduti.
Il volume è venuto dopo un sito – lo specchio di un maschio vecchio nel corpo di un maschio ancora giovane. Il sito è la dimostrazione che si può lavorare sulla rete rifuggendo i due pericoli che talvolta schiacciano tanti progetti nati on line. Da una parte l’eccessiva dipendenza dalla ‘cultura dei commenti’, il responso ‘democratico’ che infesta di veleno o addolcisce di melassa tante valorose intraprese artistico-narrative digitali: fotoblog, siti d’artista, esperimenti di vario genere.
Dall’altra, la brutale assenza di qualsiasi complessità formale e legame (anche oppositivo) con la tradizione visiva e letteraria, che – detto senza alcun moralismo – semplicemente le schiaccia sul filo dell’istante. Ma visto che prima o poi tutti moriremo, e prima o poi tutti finiremo nello spazio digitale, l’opera di Limondau traccia una via esemplare per chi oggi voglia cimentarsi con linguaggi iconici e verbali. Per i libri-oggetto, come li intendiamo in questa rubrica, il web può essere lo studio casalingo in cui provare le canzoni prima di arrangiarle.
In Days with my Father si vedono storie condensate e intense come stazioni del Calvario. Il padre che ride. Il padre che guarda nel nulla agganciando fili invisibili di qualcosa che è stato e gli sembra intollerabile non vedere più. Il padre ridanciano, chissà perché. Il padre il giorno del suo novantottesimo compleanno. Il padre in pigiama. Il padre che smette dal suo volto ogni maschera di saggezza. Ed è questa la prova, quando diventi genitore, e tuo papà meravigliosamente invecchia: i tuoi figli ti chiederanno consigli con la voce rotta, e nessuno tranne te potrà dire la sola cosa saggia da fare. Ma tu, come l’autore di questo libro, sentirai lontana da te qualsiasi giustizia interiore e ti sveglierai nella notte, gli occhi sbarrati nel panico, invocando un uomo capace di ricordarti le sfumature umane tra il sì e il no.