Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
Avventure ossessive di un ascoltatore. Trenta canzoni perfette, da Eno a Monteverdi, raccontate a cavallo tra musica e altre discipline da Gianluigi Ricuperati
Ci sono canzoni dritte e canzoni circolari. London Calling è una canzone dritta, Help è una canzone circolare. Essendo la Musica una geografica lotta contro il Tempo, il modo in cui sono disposti ritmi voci timbri melodie e armonie crea una mappa che conduce da qualche parte, oppure si schianta sempre in un medesimo altrove. La struttura di un motivo, o di un riff, aiuta a capire se stiamo su un anello oppure su un ponte. Una delle più perfette forme-canzoni circolari che conosco è ‘Il re del mondo’ di Franco Battiato, che tra l’altro è una delle innumerevoli prove di quanto il cantautore siciliano abbia fatto di ogni atto musicale una possibilità di scuola, che apre porte su altri autori, testi, citazioni, orizzonti.
Franco Battiato – il compositore che meglio di tutti, non solo in Italia, ha unito musica colta e pop – è stato anche un formidabile bricoleur, capace di allestire un campo arato di segni culturali che come ebbe a dire una volta Marx a proposito della religione popolare (frase assai meno nota che quella in cui la definisce ‘oppio dei popoli’) è “il cuore di un mondo senza cuore”.
Uno dei modi di ricordare un artista è conoscerlo meglio, e uno dei modi di conoscere meglio questo campo arato che chiamiamo francobattiato è ricostruire i fili invisibili e visibili che lo connettono a un altro campo arato, ben più grande in termini di sostanza ma forse non altrettanto accessibile a tutti.
Molto si è detto intorno alla fonte che ispira il testo: si tratta di un pamphlet esoterico di René Guenon, filosofo francese vissuto nella prima metà del Ventesimo secolo. ‘Il re del mondo’ è una traduzione ‘delirante’ di un saggio visionario dell’autore principe dell’esoterismo moderno, René Guenon, intitolato appunto ‘Il re del mondo’, nel quale si descrive un regno sotterraneo che unisce per cunicoli intricato Europa e Asia, territorio dei vivi e territorio del diavolo: secondo Battiato, il ‘re del mondo’ è un ‘’burattinaio invisibile che è causa del nostro dolore e che ci tiene prigioniero il cuore”.
Sarebbe stato facile mettere un materiale di questo genere su una linea orizzontale, su una canzone diritta, oppure cunicolare, come i labirinti sotterranei del ‘mondo inferno’ che descrive Guenon (a sua volta assemblando mitologie e fonti assai eterogenee con linguaggio e prosa incantatori.
Invece Battiato imbastisce la sua personale versione del ‘roi du monde’ su una linea di basso cristallina e circolare, che non smette mai di marcare il passaggio degli oltre cinque minuti di durata. Il motivo suonato dal basso, Mi e Mi Minore, in un’andata e ritorno senza andata e senza ritorno, permette di entrare nello stato meditativo che dona anche un ritmo al versificare insieme attonito e sacrale di Battiato, aprendo al ritornello grazie a una semplice accompagnamento di pianoforte, senza il quale il pezzo sarebbe a tutti gli effetti un ‘Another One bites the dust’ in stato semi-cosciente.
Le parole sono tra le più riuscite dell’intera parabola del Maestro, ed è inutile aggiungere che anch’esse disegnano un corso che dall’Alfa riporta all’Alfa.
Un canto sospeso, per esorcizzare il Male nel Mondo.
Il re del mondo
Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo
Stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi
E poi silenzio e poi, lontano
Il tuono dei cannoni a freddo
E dalle radio dei segnali in codice
Un giorno in cielo, fuochi di Bengala
La pace ritornò
Ma il re del mondo
Ci tiene prigioniero il cuore
Nei vestiti bianchi a ruota echi delle danze sufi
Nelle metro giapponesi oggi macchine d’ossigeno
Più diventa tutto inutile più credi che sia vero
E il giorno della fine non ti servirà l’inglese
E sulle biciclette verso casa
La vita ci sfiorò
Ma il re del mondo
Ci tiene prigioniero il cuore