Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
Avventure ossessive di un ascoltatore. Trenta canzoni perfette, da Eno a Monteverdi, raccontate a cavallo tra musica e altre discipline da Gianluigi Ricuperati
Time
Time / Prettiest Star – USA 45 giri RCA Victor APBO 0001; 1973. Normalmente distribuito senza copertina fotografica, la RCA americana ne distribuisce pochissime copie con lo stesso scatto dell’LP ALADDIN SANE (da cui i brani sono estratti)
Foglio di contatto di David Bowie Aladdin Sane, 1973. Serie di scatti di Duffy* durante la seconda di Five Sessions with David Bowie – La fotografia più famosa di Duffy risale agli anni ’70 ed è l’iconica e rivoluzionaria copertina dell’album di David Bowie Aladdin Sane, uno scatto che è diventato il look che definisce la lunga carriera di Bowie, ed è stato indicata come la Gioconda del pop. Qui è presentato con altri outtakes della sessione. Foto Duffy © Duffy Archive & The David Bowie ArchiveTM
*Brian Duffy era un fotografo e produttore cinematografico inglese, ricordato soprattutto per la sua fotografia di moda e ritratti degli anni ’60 e ’70.
The cover art for the song “‘Tis a Pity She Was a Whore” by David Bowie. ph. Jonathan Barnbrook
La copertina del vinile di “Blackstar”, di David Bowie. L’autore, il designer Jonathan Barnbrook, nel corso di un’intervista alla BBC ha svelato che nell’artwork del disco da lui curato c’era ancora un particolare segreto che nessuno aveva trovato: esponendo la copertina alla luce del sole, questa mostrava una galassia stellata, aggiungendo così un ulteriore rimando al titolo dell’album. L’intervista di Barnbrook ha scatenato una vera e propria caccia al tesoro e molti dei fan di Bowie hanno iniziato a cercare i riferimenti più assurdi nascosti nell’artwork. Il più evidente è stato segnalato poco dopo l’intervista dall’utente di Twitter @RobboRobson21 il quale ha scoperto che, se posizionata sotto la luce di una lampada UV, la stella centrale si colora di un blu fluorescente.