Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
La più lontana dall’ “idea di poesia” che ciascuno di noi (per tradizione, per educazione, per abitudine) possiede, e la più stretta al cuore della poesia stessa, dove la letteratura o la poesia-che-si-sapeva-già non porgono più alcun soccorso al lettore, e questi, coinvolto da capo a piedi in quei bouts d’existence incorruptibles che sono i poèmes, rimane perfettamente solo a sentirsi investito d’un potere – d’interiore libertà: d’uno slancio vitale e d’un coraggio morale – che per un istante egli crede di ricevere femminilmente dall’esterno, mentre poi s’accorge che tale ricchezza era già in lui, sonnecchiante ma presente, come se il poeta altro non avesse fatto che risvegliarla, non inventando ma scoprendo; e quindi suscitando un moto, più che d’ammirazione, di gratitudine. Ho sottolineato i tre vocaboli non per ammiccare, ma perché possono essere, penso, tre piccoli sesamo, offerti dallo stesso Char. (Giorgio Caproni)
J’aime l’homme incertain de ses fins
comme l’est, en avril, l’arbre fruitier.
Amo l’uomo incerto dei suoi fini.
Come lo è, in aprile, l’albero da frutto.
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Quand on a mission d’éveiller on commence par faire sa toilette dans la rivière.
Quando la nostra missione è quella di svegliare, si comincia col lavare sé stessi nel fiume.
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Celui qui invente, au contraire de celui qui découvre, n’ajoute aux choses,
n’apporte aux êtres que des masques, des entre-deux, une bouillie de fer.
Colui che inventa, diversamente da colui che scopre, non aggiunge alle cose,
non apporta agli esseri che delle maschere, sentieri a metà, un boccone di ferro.]
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La poésie est à la fois parole et provocation silencieuse, désesperée, de notre être-exigeant pour la venue d’une réalité qui sera sans concorrente. Imputrescibile celle là. Impérissable, non; car elle court les dangers de tous. Mais la seule qui visiblement triomphe de la mort matérielle. Telle est la Beauté apparue dès les premiers temps de notre coeur, tantôt dérisoirement conscient, tantôt lumineusement averti.
La poesia è, di volta in volta, parola e provocazione silenziosa, disperata, del nostro desiderare una realtà che non teme eguali. Immarcescibile. Imperitura, no; perché corre i rischi di tutti. Ma la sola che visibilmente trionfa della morte materiale. Tale la Bellezza: apparsa fin dai primi tempi del nostro cuore, ora risibilmente cosciente, ora luminosamente attento.
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La poésie me volera ma mort.
La poesia mi ruberà la mia morte.
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