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Le azioni del poeta non sono che la conseguenza degli enigmi della poesia

Raccolta del poeta francese René Char (nato nel 1907), pubblicata nel 1951; una “seconda versione” è apparsa nel 1965 alla fine della nuova edizione della “Recherche de la base et du sommet”. La poesia qui è un cristallo di pensiero, aforismi in cui le parole sembrano “serrate” intorno al significato che le sottomette e che devono allo stesso tempo rivelare. Una sovrana asciuttezza enumera le forze della poesia, quelle dell’amore, della bellezza, della vita colta ai suoi estremi. Le immagini si basano sull’elementare, sul regno naturale, per dare al pensiero un’evidenza all’interno della quale l’analogia o il paragone poetico risvegliano un significato trascendente

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À une sérénité crispée  (A una serenità contratta, 1952)

Les actions du poète ne sont que la consequence des
énigmes de la poésie.

Le azioni del poeta non sono che la conseguenza
degli enigmi della poesia.

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Le poète se remarque à la quantité de pages insigni-
fiantes qu’il n’écrit pas. Il a toutes les rues de la vie
oublieuse pour distribuer ses moyennes aumônes et
cracher le petit sang dont il ne meurt pas.

Il poeta si distingue per il numero di pagine
insignificanti che non scrive.
Egli possiede tutte le strade
della vita smemorata: per distribuire
le sue povere elemosine
e sputare quel poco di sangue
che non lo farà morire.

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Les yeux clos et dans l’effort de m’endormir, je vois
Luire au fond de mes paupières une braise qui est l’ âme
obstinée, l’épave clignotante du naufrage glorieux de ma
journée.

A occhi chiusi e nello sforzo di prendere sonno,
vedo brillare, sul fondo delle mie palpebre,
una brace: è l’anima ostinata,
il relitto lampeggiante
del naufragio glorioso del mio giorno.

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Cet instant où la Beauté, après s’être longtemps fait
attendre, surgit des choses communes, traverse notre
champ radieux, lie tout ce qui peut être lié, allume tout
ce qui doit être allumé de notre grebe de ténèbres.

Proprio l’istante in cui la bellezza,
dopo essersi fatta lungamente attendere,
sorge dalle cose consuete,
attraversa il nostro campo rigoglioso,
lega tutto ciò che può essere legato,
illumina tutto ciò che deve essere illuminato
del nostro retaggio di tenebre.

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Mais qui rétablira autour de nous cette immensité,
cette densité réellement faites pour nous, et qui, de toutes
parts, non divinement, nous baignaient?

Chi ripristinerà intorno a noi quell’immensità
e quella densità realmente nate per noi, e che, da ogni parte,
umanamente ci lambiscono?

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J’ai cherché dans mon encre ce qui ne pouvait être
quêté: la tache pure au-delà de l’écriture souillée.

Ho cercato nel mio inchiostro
ciò che non poteva essere chiesto:
la macchia di purezza
al di là della scrittura imbrattata.

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Dans le tissu du poème doit se retrouver un nombre
égal de tunnels dérobés, de chambres d’harmonie, en
même temps que d’éléments futurs, de havres au soleil,
de pistes captieuses et d’existants s’entr’appelant. Le
poète est le passeur de tout cela qui forme un ordre. Et
un ordre insurgé.

È nel tessuto del poema che bisogna ritrovare,
in egual numero, gallerie nascoste, stanze armoniche,
e, nello stesso tempo, lembi di futuro, portici al sole,
sentieri insidiosi ed esistenze che si riconoscono alla voce.
Il poeta è il traghettatore di tutto ciò che plasma un ordine.
Un ordine insorto.

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Questa piccola casa di René Char a Cabanon nel 1941, abitata dal poeta durante gli anni della Resistenza, ha ispirato il padiglione dedicato all’Ukraina, curato da Gianluigi Ricuperati, per la 23° Esposizione Internazionale di Triennale di Milano – UNKNOWN – UNKNOWNS, An Introduction to Mysteries, 2022