Capsule Digitale

Meditations in an Emergency (Vol. 3/3)

Alcune poesie* del poeta americano Frank O’Hara, pubblicate per la prima volta nel numero di novembre del 1954 di Poetry: A Magazine of Verse, nella raccolta Meditations in an Emergency un libro pubblicato per la prima volta da Grove Press nel 1957

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Frank O’Hara in una fotografia di Mario Schifano, 1965

Aus Einem April

(titolo originale in tedesco)

 

We dust the walls.

And of course we are weeping larks

falling all over the heavens with our shoulders clasped

in someone’s armpits, so tightly! and our throats are full.

Haven’t you ever fallen down at Christmas

and didn’t it move everyone who saw you?

isn’t that what the tree means? the pure pleasure

of making weep those whom you cannot move by your flights!

It’s enough to drive one to suicide.

And the rooftops are falling apart like the applause

of rough, long-nailed, intimate, roughened-by-kisses, hands.

Fingers more breathless than a tongue laid upon the lips

in the hour of sunlight, early morning, before the mist rolls

in from the sea; and out there everything is turbulent and green.

 

Da un Aprile

 

Spazzoliamo i muri.

E naturalmente stiamo piangendo le allodole

che cadono in tutti i cieli con le nostre spalle incavate

nelle ascelle di qualcuno, così strette! e le nostre gole sono colme.

Non siete mai caduti giù a Natale

e commossi quelli che vi hanno visto?

Non è questo che significa l’albero? Puro piacere

di far piangere coloro che non si possono muovere con il volo!

Quanto basti da spingerne uno al suicidio.

E i tetti stanno cadendo a pezzi come gli applausi

di rude, unghiate, intime e di baci irruvidite mani.

Dita senza respiro quanto una lingua posata sulle labbra

nell’ora di luce, la mattina presto, prima che la nebbia rotoli

dentro e dal mare, e là fuori tutto è turbolento e verde.