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Sibilla Aleramo

L’amore per Lina Cordula Poletti*, “La Fanciulla maschia”

 

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Lina Cordula Poletti

Lina Cordula Poletti

La Fanciulla Maschia

Le due donne si erano conosciute a Roma il 23 aprile del 1908, durante il primo Congresso Nazionale delle Donne Italiane organizzato dal CNDI Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, una federazione italiana di associazioni di donne con lo scopo di migliorare le loro condizioni politico-sociali.

Al convegno, inaugurato dalla Regina Margherita davanti a un pubblico di oltre millequattrocento donne, partecipavano moltissime brillanti esponenti del femminismo italiano e internazionale, come per esempio Anna Kuliscioff, cofondatrice del Partito Socialista Italiano e compagna di Filippo Turati, e venivano affrontate questioni come le condizioni di lavoro delle donne, l’istruzione, la salute, il suffragio femminile, il diritto di famiglia.

Entrambe erano giovani: Cordula Poletti, Lina, aveva ventitré anni, Sibilla Aleramo trenta, e già conosciuta per aver pubblicato, due anni prima, l’autobiografico “Una donna”, che venne definito “la bibbia del femminismo”.

All’epoca Sibilla Aleramo aveva una relazione con il poeta Giovanni Cena e le sue tendenze sessuali erano state fino a quel momento eterosessuali, ma dopo che ebbe conosciuto quella strana e bella ragazza che amava vestirsi da uomo qualcosa, con suo grande stupore, cominciò a cambiare in lei, sentimenti che mai prima avrebbe sospettato possibili iniziarono a venire prepotentemente alla luce.

Quasi esattamente un anno dopo, il 9 maggio del 1909 scriveva:

«Amore, amore, sulla tua bocca viva hai a sognare il mio bacio!

Non senti mai nella notte ch’io ti chiamo, ti chiamo, ti chiamo, e le mie braccia giungono pure a chiuderti tutta fremente?

Ah, Lina, che cosa dolce e terribile!

E di ora in ora la febbre nelle vene si fa più divorante.

Non posso né lavorare né pensare.

E tu, mia gagliarda, amami. Altro non voglio.

Guardarti negli occhi, carezzare il tuo piccolo volto di rosa, sentire il battito del tuo cuore contro il mio,

e le tue labbra che mi dicono amore.»

[…]

«Stanotte non ho dormito…

No, neanche lavorato…

Pensato, sì…

Come ti avevo vista staccata sullo sfondo, iersera, la tua figura isolata e imperiosa…

Non t’aspettavo più quando comparisti…

Oh, ma lo sai il posto che hai preso nella mia vita?

È qualcosa di così strano…

Mai, mai…

Ho la sensazione che lascerai un solco in me…»

 

Tra le due donne nacque una relazione.

Si incontravano clandestinamente e si scambiavano una fitta corrispondenza, pubblicata integralmente in “Sibilla Aleramo, Lettere d’amore a Lina”, a cura di Alessandra Cenni, Savelli editore. Il loro fu un rapporto di attrazione fisica e di comune amore per l’arte e la cultura e sull’impegno politico: la lotta per i diritti delle donne, l’attività filantropica; la creazione di scuole per i contadini nell’Agro Pontino, in mezzo alle paludi malariche, e i soccorsi alla popolazione siciliana e calabrese colpita dal terremoto del dicembre 1908.

La rottura avvenne, dopo un anno, per un’insanabile divergenza di vedute sulla natura della loro relazione. Sibilla voleva mantenere in vita il rapporto parallelo con Giovanni Cena, anche per salvare le apparenze: a suo dire poteva amare entrambi. La «fanciulla maschia», come usava chiamarla Sibilla, dal canto suo voleva l’esclusiva e non accettava compromessi; era una lesbica “integrale” e orgogliosa di esserlo.Fu tra le prime donne in Italia a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. Accusò la compagna di ambiguità e mancanza di coraggio e chiuse il rapporto. Secondo alcune fonti, in realtà la causa della rottura sarebbe stata un nuovo amore di Lina, la celebre attrice Eleonora Duse.

Lina Cordula Poletti