Tutti ricordiamo con passione – passione non lenta e dolorosa come le annotazioni di tempo che Erik Satie da a Gymnopedie, bensì rapida e violenta – le ore che hanno preceduto il brutale inizio dell’invasione russa in Ucraina. Alcuni di noi le ricordano con più precisione, quelle ore, un’angoscia nera come un blocco allo stomaco che non si sblocca mai, alla bocca e allo stomaco, uno scoppio d’ira al contrario, con la rabbia che ti invade e s’infonde, e talvolta si trasforma in azione, reazione, resistenza e infine liberazione.
Sono i sentimenti e le idee che hanno affollato i cuori e le menti di tanti di noi che si sono dedicati al sostegno della causa della libertà e della democrazia in Ucraina. Sono sentimenti e idee che conosciamo bene, e per fortuna si stanno facendo conoscere bene dal più alto numero di cittadini possibile.
Pochi, però, possono vantare una vertigine di sentimenti idee azioni e reazioni simili a quelli di Edoardo Crisafulli, autore, saggista e da tutta la vita diplomatico negli istituti di cultura, con direzioni e passaggi presso le sedi italiane in Israele, Libano, e da qualche anno – appunto – direttore dell’Istituto di Cultura Italiano di Kyiv, che in seguito alla guerra è stato spostato a Lviv (Leopoli).
Il libro di Crisafulli è urgente, intinto nell’urgenza e nato intorno all’urgenza, prima pratica poi espressiva, di testimoniare il coraggio la perseveranza la forza la qualità della popolazione Ucraina e della sorprendente reazione a un orrendo tentativo di genocidio anche culturale. La prosa di Crisafulli tuttavia non è quella di un giornalista o di un opinionista, ma di un vero autore letterario che sa vagare nel tempo e nello spazio della cultura ucraina ed europea di ieri e di oggi, tracciando un telaio di riferimenti storie e annotazioni che si erge delicato e forte sulla nube dell’incubo storico in cui il paese e il mondo è precipitato. Con questo libro Crisafulli conferma la sua traiettoria di prosatore appartato ma solido, non casualmente pubblicato dalla casa editrice che fu di Landolfi, Vallecchi, una casa editrice di irregolari spesso sublimi, e da sguardi come il suo potremo aspettarci nuove cronache della coscienza come ‘33 ore.