Il 30 giugno 2023 è terminata la prima capsule digitale del Giornale dell’Arte – Nova Express Digital Capsule – pubblicata qui, sei giorni su sette, da maggio 2022.
Nova Express Digital Capsule, a cura di Gianluigi Ricuperati e Maurizio Cilli, è stata il primo esperimento di un prodotto verticale editoriale del Giornale dell’Arte dedicato a rappresentare nuove tendenze e definire e indagare nuovi limiti. Attraverso le voci di grandi intellettuali, intrecciate a una riscoperta e rilettura dell’archivio del mensile ormai quarantennale, Il Giornale dell’Arte ha voluto affermare come la comprensione della contemporaneità sia una questione di punti di vista e della capacità caleidoscopica di tenerli insieme. Grazie a Gianluigi e Maurizio per averci condotto in questo viaggio davvero Nova.
Le presentazioni letterarie sono una fonte naturale e oligominerale di malinconia – per rivalutarle, consiglio di seguire i tour di presentazione dei libri scritti delle star del rock
Le presentazioni letterarie sono una fonte naturale e oligominerale di malinconia – per rivalutarle, consiglio di seguire i tour di presentazione dei libri scritti delle star del rock. Io ho dialogato in pubblico con diversi musicisti di successo e dalle assi di quei micropalchi ho sopitamente invidiato ai momentanei coinquilini la capacità di attrarre passione reale e occhi pronti al pianto, generare e soddisfare l’attesa di tanti sconosciuti under 21 – una nazionale di persone che la maggior parte di noi scrittori (bravi o meno bravi) non riesce a convocare nemmeno se va in tv una volta alla settimana. Una nazionale che non compra libri ma se li scrivono Tiziano Ferro o Giuliano Sangiorgi corre ad acquistarli e leggerli – e tutto questo, detto con semplicità, funziona.
Molti musicisti nostrani, negli ultimi dieci anni, hanno pubblicato un romanzo, un’autobiografia, una raccolta di racconti. Il fatto, in sé, ha generato: discrete vendite, qualche sopracciglio alzate di intellettuali a disagio, la chiusura a cerchio di un clichè secondo il quale tutti coloro che possiedono un dono sognano in gran segreto la pelle da regalo che racchiude il dono altrui: lo scrittore = prestigio, il musicista = adorazione. Nel cosmo anglosassone ci sono romanzieri come Rick Moody, che suonano con tutto il rispetto possibile in un gruppo indie – e scrivono pagine indimenticabili sui Wilco, o sui Talking Heads. In Italia ci sono grandi scrittori di canzoni contemporanee, come Manuel Agnelli degli Afterhours, Boosta e Max Casacci dei Subsonica, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Francesco Bianconi dei Baustelle, Simone Lenzi dei Virginiana Miller, Cristina Donà, che (oltre a scriverli) leggono i romanzi italiani contemporanei – e lo fanno addirittura con costanza, attenzione, dedizione, qualità d’informazione. È bello parlare con loro di letteratura, proprio come è bello parlare di canzoni con Francesco Pacifico o Chiara Valerio o Giuseppe Genna (ricordo un suo magnifico testo su Battiato, da un vecchio numero di Nuovi Argomenti).
I migliori gruppi italiani fanno già un’operazione formidabile di educazione pubblica, se è vero che i popolarissimi Baustelle hanno intitolato un disco, I mistici dell’Occidente, come omaggio alla splendida, inattuale antologia di Elèmire Zolla. Ma non sarebbe eccitante un programma tv/web sui libri, serio, felicemente posto oltre alla logica del ‘commerciale’ vs. ‘non commerciale’, interamente condotto da musicisti rock italiani? Ne verrebbe una specie di Apostrophe (la trasmissione letteraria francese) visionario e immediato, insieme divulgativo e formalmente avventuroso. Proprio come gli album che in questi anni hanno detto qualcosa di vero alle nostre vite avanzate e accessibili.