La più grande
canzone* su un amore spaccato, rotto, interrotto, è una ballata barocca scritta da Paul McCartney per raccontare la fine della relazione con Jane Asher. Compare in Revolver, il vero capolavoro dei Beatles, e contiene una squisita parte per corno inglese. Melodia e armonia avrebbero potuto venire dalla penna di Orlando Gibbons, eppure il tono di voce, la nota adulta e sconsolata, apparve quando uscì perfettamente moderna e appare così tuttora.
You stay home, she goes out
She says that long ago she knew someone but now he’s gone
She doesn’t need him
Your day breaks, your mind aches
There will be times when all the things she said will fill your head
You won’t forget her
And in her eyes you see nothing
No sign of love behind the tears
Cried for no one
A love that should have lasted years!
Immaginate, chessò, Roberta. e Paolo. Siamo tutti Roberta e Paolo ascoltando questo Brano.
Un amore che avrebbe dovuto accompagnarla per l’Intera vita, o perlomeno fino si tremori della vecchiaia – e invece quella superba scialacquatrice si era permessa di sparire soffocando il battito di un cuore che aveva colorato i gironi teneri dell’infanzia, quando Luisa aveva imparato a scrivere a disegnare ad ascoltare Revolver dei Beatles e a camminare dritta e a curare le unghie e a guardare i film aldilà della vita e la vita aldilà dei film che le persone interpretano.
La mobilitazione totale di quel dolore precoce genera in Roberta una quantità di problemi pratici e un disordine morse nella vita di relazione. Non comunicava: inviava messaggi puntiformi e lastre di suoni brevi e lunghi, fatti d’assenza e presenza, dedizione e accusa, annullamento e amplesso. Cosi si era comportata sempre con Paolo, che per lei nutriva un affetto per certi versi a quello che nutriva per i figli, cioè il solo amore capace di attraversare il suo costato – che per lui era pur sempre il participio del verbo costare.
Non escludo, rovistando tra i numerosi testi relativi a Roberta rinvenuti nel pacco delle sue ultime cose, che tra i due ci fosse una strana specie di affetto siderale. Questa canzone è anche un inno alla vita dopo l’amore, nonostante l’amore interrotto, ma talvolta per queste cose – ci dice la ballata sommessa di Paul – di queste cose si muore.