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Villa Necchi Campiglio

Apre al pubblico dopo un meticoloso restauro l’ultima acquisizione lombarda del Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano.  Dal “Giornale dell’Arte” n. 277, giugno 2008

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Progettata, nei primi anni Trenta da Piero Portaluppi, per Angelo e Gigina Campiglio e la sorella di lei, Nedda Necchi, e conclusa nel 1935. Posta al centro di un grande giardino privato con tennis e piscina, nel cuore più elegante della città (in via Mozart), la villa, che fu disegnata in ogni dettaglio dall’architetto, è un prezioso esempio di razionalismo coniugato con qualche segno tardo-déco e soprattutto con l’estrosa inventiva del grande architetto milanese. La villa apre al pubblico arricchita di autentici tesori: la collezione di arte del Novecento concessa in comodato gratuito da Claudia Gian Ferrari, con opere importanti di Adolfo Wildt (nella foto, la scultura «Il puro folle» del 1930 allestita nella veranda della villa), Sironi, Arturo Martini, De Chirico, Savinio, De Pisis e altri artisti coevi all’architettura che li ospita, e la raccolta di dipinti e arti decorative del Settecento donata al Fai da Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, che riflette il migliore gusto collezionistico della grande borghesia milanese del secolo passato.

Foto arenaimmagini.it (2014) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano

Foto arenaimmagini.it (2021) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano

La scultura di Adolfo Wildt. La scultura del 1930 di Adolfo Wildt, Il puro folle, opera della collezione Gian Ferrari, è stata considerata come il testamento spirituale dell’artista: raffigura Parsifal mentre lotta contro il male, rappresentato dal serpente schiacciato sotto il calice del Sacro Graal.Foto arenaimmagini.it (2021) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano

Foto arenaimmagini.it (2021) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano

Foto arenaimmagini.it (2021) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano

Foto arenaimmagini.it (2021) © FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano